MAXI-BOLLETTA per le imprese di turismo e terziario
Il lento accorciarsi delle giornate e l'ombra
di qualche nube si preparano a salutare l'estate, mentre noi ci
prepariamo ad un inverno che sarà irrimediabilmente segnato dalla
difficoltà.
Il tema energetico è oramai tristemente noto a
tutti, dalle famiglie alle imprese, che in molti casi non hanno modo
di valutare l'impatto che avranno i rincari, data la confusione che
regna tra i moltissimi distributori, e l'oggettiva impossibilità per
i più di estrarre informazioni coerenti da una bolletta.
Le stime di Confesercenti, elaborate su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate, mostrano una situazione effettivamente drammatica.
“Variabile incontrollabile per tantissime imprese. In autunno si rischia il collasso. Servono interventi urgenti e incisivi”. Questo il commento della Presidente nazionale Patrizia de Luise, che sottolinea l'imprevedibilità del momento e le necessarie complicazioni per il mondo produttivo (e non).
Per quantificare con numeri “da bar”, se nel 2020 e 2021 un esercizio spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 €.
Un
aumento del 120% e un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal
4,9 % al 10,7 %
Allo stesso modo, un albergo medio vedrà
lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 € a 108.000
€ (+140 % con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui
ricavi), mentre un esercizio di vicinato da 1.900 € a 3.420 €
(+80 %) ed un ristorante da 13.500 € a 29.700 € (+120 %).
Senza interventi efficaci si rischia in effetti una crisi di enorme entità, che vedrà crollare i consumi tra rialzi spropositati dei prezzi ed un abbassamento drastico del potere d'acquisto dell'utenza; un ulteriore allontanamento bilaterale tra domanda e offerta che il nostro paese non può permettersi.
Le soluzioni “facili” lasciano il tempo che trovano, le economie quotidiane ed un atteggiamento responsabile trovano sicuramente riscontro nelle fatture, ma è chiaro come sia indispensabile un intervento di tipo politico, che unito a questi sforzi riporti equilibrio in questa nuova polveriera.
“È necessario in prima istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”, conclude la presidente di Confesercenti riportando il tema nei luoghi delle decisioni cruciali.
Nel frattempo Fino a 400mila lavoratori indipendenti, tra autonomi, professionisti e micro-imprenditori, rischiano di rimanere senza il bonus di 200 euro previsto dal Governo per attutire l’impatto degli aumenti di gas e luce per chi ha un reddito fino a 35mila euro l’anno.
Mentre i dipendenti con i requisiti hanno già ricevuto automaticamente il bonus in busta paga, i lavoratori indipendenti saranno costretti a partecipare all’ennesimo click day. Una ‘lotteria’ inaccettabile che assegnerà loro il sostegno in base all’ordine cronologico di presentazione della domanda – per altro onerosissima dal punto di vista della produzione documentale – fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Risorse che, purtroppo, sappiamo già essere troppo esigue: a disposizione ci sono infatti 600 milioni di euro, sufficienti solo per 3 milioni di persone, ma gli indipendenti con un reddito sotto i 35mila euro l’anno sono almeno 3,4 milioni. Fino a 400mila lavoratori, dunque, ma forse anche di più, rischiano di essere esclusi da un sostegno che dovrebbe essere un loro diritto. Una stortura inammissibile per una categoria già ampiamente provata dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria prima e al caro-bollette poi.